di Josè Trovato

Enna. È passata in giudicato la condanna a 9 anni emessa dal Tribunale di Enna a carico del padre di una ragazzina che avrebbe venduto, a soli nove anni, a un pedofilo. È colpevole di sfruttamento della prostituzione minorile. Dell’imputato, va sottolineato, non si riportano le generalità perchè farlo significherebbe rendere identificabile la vittima. Il pedofilo, che nel frattempo è morto, pagava piccole somme di denaro. L’indagine dei Carabinieri di Enna è stata coordinata dalla Dda di Caltanissetta. Nel 2018 la condanna di primo grado (il Pm della Dda di Caltanissetta Davide Spina aveva chiesto 13 anni), emessa dal Tribunale collegiale di Enna, con in testa il presidente della sezione penale Francesco Paolo Pitarresi, a latere Andrea Agate e Giuseppe Fausto Elia Milazzo. L’imputato si era professato innocente, ma i giudici non gli hanno creduto. Alla vittima è stato assegnato un tutore, che si è costituito parte civile al giudizio, assistito dall’avvocato Eleanna Parasiliti.
Si chiude così, almeno sul piano penale, una brutta storia che è stata scoperta, grazie al loro fiuto investigativo, dai Carabinieri della Compagnia di Enna, i quali erano rimasti colpiti dalla strana presenza in macchina, oltre al padre e a un anziano, di una ragazzina in tenera età. Insospettiti, hanno fatto intercettare la vettura un paio di volte con la scusa di alcuni posti di controllo; riscontrando così lo strano ripetersi della situazione: erano spessissimo assieme tutti e tre, mentre quel padre, descritto come un uomo che vive di espedienti – solito ricercare ferri vecchi da rivendere per strada e in campagna – girava per “lavoro”. E proprio questa sua particolare forma di sussistenza è stata la carta giocata dall’imputato nel corso del processo.
Ha detto che lui non poteva neanche sospettare ciò che stava accadendo, di esser stato sempre impegnato a cercare ferri vecchi e che scendeva nei dirupi, si allontanava dalla macchina per un periodo indefinito, ma mai avrebbe pensato che quell’anziano si approfittasse di sua figlia. Una tesi, la sua, che non ha convinto per niente i giudici, che lo hanno ritenuto colpevole del reato a lui ascritto, ora definitivamente, dopo che la terza sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della difesa, rendendo irrevocabile la condanna. Del resto il resoconto del padre era stato sbugiardato in primis dalla stessa ragazzina, che, interrogata dai giudici, lo ha accusato senza mezzi termini di essere rimasto a guardare, mentre che l’anziano ne abusava. Anche il pedofilo, va ricordato, era stato arrestato, il 1 agosto del 2016, così come il padre della ragazzina. Il padre della piccola ovviamente è decaduto dalla responsabilità genitoriale e interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela curatela e dai pubblici uffici.