Riceviamo e pubblichiamo una nota dei Giovani Democratici di Enna.
Siamo giovani ragazzi e ragazze della coalizione di centro-sinistra che ha sostenuto la
candidatura di Dario Cardaci a Sindaco di Enna. Lo abbiamo fatto con grande energia: in
tantissimi abbiamo affollato piazze, organizzato incontri, avanzato proposte, messo a
disposizione il nostro impegno e la nostra passione. Crediamo di aver organizzato una
grande presenza generazionale, a nostro parere persino superiore, a dispetto dei numeri
elettorali generali, a quella che hanno promosso le candidature avversarie. Tuttavia,
nonostante questo, abbiamo perso.
Una sconfitta netta, senza scusanti. All’incirca, in 4.200 (26%) sul candidato sindaco ed in
4.400 (28%) sulle liste, che ringraziamo, hanno sostenuto la proposta politica della nostra
coalizione. Un risultato nettamente al di sotto delle aspettative e ambizioni di una parte
politica, la nostra, che ha capacità di governo e relazione istituzionale ed ha tuttora
l’ambizione di cambiare in meglio il nostro territorio. Eppure, al di là dei grandi meriti del
passato, che ancora rivendichiamo – patti territoriali, quarto polo universitario, risanamento
delle finanze pubbliche – tutto questo non è bastato ed il presente ci consegna perdenti.
La sconfitta ha ragioni antiche e nuove.
Sulle antiche, queste risultano lampanti dalla disanima dei nomi: qui, di nuovo, con tutto
rispetto, ci siamo noi. Rispetto agli stracci volanti tra le parti, assistiamo ad una classe
dirigente uguale da vent’anni, che gioca il terzo tempo delle proprie vendette politiche.
L’elettorato non si è diviso tra destra e sinistra, tra vecchio e nuovo, ma ha assistito ad una
battaglia di potere sul comune, in un clima di trasformismo, propaganda e perdita di
autorevolezza della politica in quanto tale, che nulla ha aggiunto a livello di contenuto e
proposta politica. Risultando, di fatti, incomprensibile all’elettorato.
Sulle nuove, tutte del nostro mondo, pensiamo che non si possa fare in 25 giorni quello che
bisogna fare in 5 anni. La debolezza di una proposta politica – e non ne voglia nessuno dei
candidati, che anzi ringraziamo per la generosità! – dopo cinque anni senza opposizione, se
non quella derivante dall’iniziativa e dalla generosità di pochi, senza una vera politica in città,
senza una qualche capacità comunicativa, senza un progetto utile, con una politica limitata
al rivendicare i fasti del passato sul presente, è esplosa in tutte le sue contraddizioni. E
mentre altri imponevano una narrazione e gestivano sapientemente l’emergenza, il nostro
mondo si era colpevolmente ingessato nell’attesa dell’uovo di Colombo.
Questa sintesi, ha fatto sì che non ci fosse per gli elettori una vera e propria alternativa utile
e credibile. In un scontro povero tra poteri, senza alcuna sostanziale proposta nuova in
campo, in molti non hanno sentito l’esigenza di cambiare rispetto alla narrazione dominante
ed hanno confermato l’attuale assetto amministrativo, determinando una netta sconfitta
del centro-sinistra.
Sconfitta che, dobbiamo dirlo, è stata parzialmente mitigata solo dal risultato delle
candidature più fresche delle coalizione. Sono state queste le candidature che hanno sentito
meno il peso del tracollo complessivo delle liste. Perché? Impegno e freschezza, utilità e
credibilità. I candidati che hanno concorso meglio sono figure che sono state premiate
perché politicamente impegnate in questi anni – dimostrazione che la politica quando la si
fa porta i suoi frutti – e perché fondamentalmente nuove, rispondendo ad una voglia di
discontinuità sempre più palese negli elettori.
Tutto questo richiede un netto, deciso e non rinviabile cambio di passo.
Anzitutto, crediamo siano ancora valide le ragioni della nostra differenziazione rispetto alla
maggioranza. Enna soffre una fase di profonda crisi socioeconomica e di isolamento politico
istituzionale. Le difficoltà delle famiglie, la crisi delle imprese, la disoccupazione,
l’emigrazione giovanile sono una ferita tutt’ora aperta che richiede l’intervento di una
politica fantasiosa, moderna, capace di fare network ed immaginare nuove soluzioni e
strade.
Tuttavia, per chiedere di cambiare, dobbiamo prima cambiare noi.
E per cambiare noi – e costruire così un’alternativa utile e credibile – riteniamo sia utile
avviare un nuovo tempo per il centro-sinistra. E lo facciamo, avanzando tre punti che
riteniamo fondamentali per il presente e per il futuro.
1. Serve un atto di responsabilità del centro-sinistra ennese. Di questo, va investita
tutta la classe dirigente comunale e pure provinciale. Qui ci si salva tutti insieme e
non da soli, e pertanto bisogna tutti assumersi la piena responsabilità dello stato delle
cose, nessuno escluso.
2. Aprire una nuova stagione di rinnovamento. Non è pensabile che le formule possano
ripetersi identiche in ogni stagione. E per quanto, probabilmente, avevamo più
elementi di discontinuità noi che i nostri avversari, è da noi che dobbiamo
ricominciare. E ricominciare rinnovando nella sostanza, nei metodi e nei nomi ed
aprendo ad un reale protagonismo delle forze più fresche tutt’ora in campo.
3. Convocare una grande assemblea giovanile provinciale. Abbiamo sostenuto che la
politica del capoluogo non può fermarsi ai confini comunali. E lo sosteniamo anche
adesso. Per questo, compatibilmente con la normativa vigente, riteniamo necessario
aprire a tutti i giovani della provincia per coinvolgerli in una rinnovata strada per
cambiare davvero il nostro territorio.
Tutto questo, per superare le ragioni della sconfitta ed aprire un nuovo tempo per il centrosinistra ennese e costruire così un’alternativa utile e credibile che guardi al futuro.
Noi ci saremo, con tutta la nostra intelligenza, con tutto il nostro entusiasmo, con tutta la
nostra forza.

SOTTOSCRIZIONI

(Documento aperto a sottoscrizione libera di coloro che si sono impegnati direttamente ed
indirettamente all’ultimo turno delle amministrative).