Scenderanno in piazza al grido di “Mai più chiusi”. 10, 20, 100 tavoli apparecchiati per chiedere di riaprire i ristoranti, in sicurezza, ma subito . La manifestazione di Enna, lunedì prossimo, 26 aprile, in piazza Garibaldi, dalle 10 alle 13, è organizzata dai ristoratori ennesi ma parteciperanno, insieme, le partite iva, i proprietari di palestre, di cinema, il mondo dello spettacolo, le lavanderie , i bar, gli alberghi, gli agriturismi, i B&B, le discoteche, gli NCC, le agenzie di viaggio, le guide turistiche, le pizzerie,i teatri per chiedere l’immediata riapertura delle attività commerciali , l’eliminazione del coprifuoco e aiuti concreti alle imprese.
Secondo i ristoratori, tra le categorie più penalizzate dalle regole dei DPCM che si sono susseguiti, servono regole nuove per ripartire e nuovi accordi per affrontare i prossimi difficili anni.
Non sono più accettabili ritardi e incertezze che stanno danneggiando la vita anche delle famiglie di questi lavoratori.
Fra i punti che i ristoratori, insieme agli altri, chiedono, in linea con le richieste di altri gruppi di protesta italiani, ci sono:
- Mai più chiusure
- No al coprifuoco
- Apertura, a pranzo e a cena, sia dentro che fuori i locali
- L’eliminazione del distanziamento di 2 metri
- Tavoli anche per i frequentatori abituali, non più solo congiunti
- I voucher emergenziali
- L’esonero della richiesta del Durc
- Blocco degli sfratti
- Blocco immediato del distacco delle utenze
- Reali sostegno alle imprese
- Azzeramento delle tasse comunali relative alle imprese danneggiate dal Covid
- Politiche di rilancio delle città.
“Scenderemo per strada per rivendicare la dignità del lavoro. Siamo stanchi di pagare, insieme a poche altre categorie penalizzate, il prezzo di norme che appaiono senza senso – dicono – Siamo allo stremo, perchè i ristori sono stati inadeguati e, nonostante la nostra disponibilità all’osservanza di tutte le regole stabilite dai Governi, dobbiamo constatare, amaramente, che le nostre aspettative sono state disattese”. A fronte di sacrifici che durano da mesi e con un comparto in ginocchio, i ristoratori, lamentano le discriminazioni con le quali sono state effettuate le chiusure che hanno finito per penalizzare solo lacune categorie di lavoratori.