di Josè Trovato

Leonforte. In un’occasione, nel luglio di quattro anni fa, Gaetano Cocuzza, leonfortese, arrestato con varie ipotesi di reato nell’operazione antimafia “Caput Silente”, avrebbe concordato con Nicola Guiso, altro personaggio coinvolto nell’inchiesta, di nascondere la droga all’interno del locale. E almeno un’altra volta, l’esercizio, sarebbe stato sede di appuntamenti tra gli appartenenti al gruppo che, secondo gli agenti della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di Leonforte, avrebbe trafficato stupefacenti sotto l’ala di Cosa Nostra.
Per questo ieri la polizia ha notificato, dandone contestuale esecuzione, un decreto di sospensione dell’attività di somministrazione (ai sensi dell’articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) per 30 giorni al titolare del Bar Italia, in piazza Carella.
Era stato lo stesso Gip dell’ordinanza Caput Silente a disporne la trasmissione al Questore, ritenendo che il bar Italia avrebbe costituito, almeno in alcuni dei periodi dell’indagine, una sorta di luogo di ritrovo per pregiudicati e persone gravate da precedenti di polizia. Dal contenuto delle intercettazioni, scrive sempre il giudice nell’ordinanza, sembrerebbe evincersi la consapevolezza, da parte del gestore, “dell’attività illecita svolta intorno al suo esercizio”.
In quell’ordinanza il locale viene citato più volte. Si parla dell’occultamento della droga del 2017, ma anche di conversazioni in cui Cocuzza o altri fissano appuntamenti o si incontrano, all’interno o davanti all’ingresso. E vi è poi una conversazione registrata, dentro il bar, tra Cocuzza e Salvatore Mauceri, altro leonfortese arrestato nell’operazione Caput Silente. Dal tenore della conversazione, che risale al febbraio 2018, sostanzialmente si evince che i due, Cocuzza e Mauceri, stavano facendo i conti.
Il decreto emesso dal Questore di Enna Corrado Basile, spiegano in una breve nota della Questura, si inquadra nel contesto dell’indagine Caput Silente. “In particolare – si legge nel comunicato – come si ricava dalla stessa ordinanza, il titolare dell’attività commerciale avrebbe consentito agli appartenenti a un gruppo criminale di incontrarsi all’interno del bar per spacciare droga e di occultarla al suo interno. L’attività di spaccio, ricordato la polizia, negli ultimi anni ha creato anche un forte allarme sociale in paese”.
(Nella foto, fornita dalla Questura, un’immagine di repertorio di un’auto della polizia davanti alla Granfonte, monumento simbolo di Leonforte).