“La problematica sulla poca attenzione al destino delle aree interne è nota e porta con sé una serie di conseguenze, che da qui a qualche anno segneranno il loro definitivo declino. E quindi non c’è più tempo da perdere”, dichiarano dalla Cisl Agrigento Caltanissetta Enna.
“Non è una novità che il fenomeno del calo demografico riguarda l’intero territorio nazionale ma in particolar modo la provincia di Enna. Da uno studio della Cisl al comune di Enna emerge che per l’anno 2018 i nati nella città sono stati 176 ed i deceduti 297 con un saldo naturale di -121 , nel 2019 i nati sono stati 184 ed i deceduti 292 con un saldo naturale di – 108, nel 2020 i nati sono stati 143 ed i deceduti 292 con un saldo naturale di – 215 e che nei primi 4 mesi dell’ anno corrente i nati sono stati 41 ed i deceduti 103 con un saldo naturale attualmente di – 62.
E’ ovvio che, accanto a questo costante calo delle nascite, si registrano altri fenomeni di abbandono, infatti, a causa della mancanza di adeguati sbocchi lavorativi nelle aree interne si assiste sistematicamente all’emigrazione di giovani diplomati o laureati alla ricerca di un futuro migliore in altri paesi in cui vanno a rivestire un ruolo importante nel mondo del lavoro. Accanto ai giovani però negli ultimi anni c’è una nuova categoria che è quella dei disoccupati di età media che usciti dal ciclo produttivo a causa della crisi economica, ma ancora in età lavorativa, non riescono a ricollocarsi e dunque preferiscono andarsene”.
“Nonostante ciò sia abbastanza noto ancora oggi non è stata proposta una soluzione per mettere fine a questi fenomeni. L’invecchiamento della popolazione, la bassa natalità e l’immigrazione rappresentano il leit motiv delle aree interne che potranno migliorare la loro condizione solo se le amministrazioni locali saranno in grado di aumentare la capacità di “trattenere” la popolazione in età attiva e riproduttiva, aumentare la capacità di attrarre nuova popolazione e aumentare la capacità di favorire le scelte di natalità.
A livello locale, ad esempio le politiche possono intervenire per influenzare la distribuzione territoriale dei nuovi residenti, agendo su fattori quali accessibilità alla casa, dotazione di servizi, sostegno allo sviluppo di nuove attività anche in coordinamento con politiche sovra-locali.
E’ ora che le amministrazioni locali si attivino con delle iniziative concrete per contrastare la marginalizzazione ed i fenomeni di declino demografico propri delle aree interne, aprendo una discussione e un confronto, sfruttando i tanti strumenti finanziari esistenti, come la Strategia nazionale aree inerne, le zone economiche speciali, le zone franche urbane, il bonus Sud, e in ultimo il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, che possono servire per potenziare l’offerta locale di alcuni servizi essenziali e sostenere nuovi percorsi di sviluppo, basati sulla valorizzazione di risorse e competenze ad oggi sotto-utilizzate”.
“Bisogna investire sulla promozione e sulla tutela della ricchezza del territorio e delle comunità locali, valorizzandone le risorse naturali e culturali, creando nuovi circuiti occupazionali e nuove opportunità per contrastare definitivamente l’emorragia demografica”.