Enna. Arriva il primo storico successo di un consumatore al Tribunale di Enna, in appello, nel caso delle cosiddette “partite pregresse” delle bollette del servizio idrico, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha dato ragione agli utenti. È stato il giudice Sara Antonelli ad accogliere il ricorso presentato da un utente, per una cifra quasi simbolica di poche centinaia di euro, che tuttavia segna un punto fermo, importante, in favore dei consumatori. A ottenerla è stato un utente leonfortese, assistito dall’avvocato Edmar Longo. Il giudice ha applicato la sentenza della Cassazione, ribaltando – in virtù del nuovo orientamento dei supremi giudici – il primo disposto degli stessi magistrati del Tribunale di Enna. “Avevamo vinto in primo grado dinanzi al giudice di pace di Leonforte, che ci aveva dato pienamente ragione – spiega l’avvocato Longo -. Poi, in questo caso come per altri, Acqua Enna ha impugnato le sentenze e il tribunale ennese, fino a pochi mesi fa, le ha dato ragione nel merito delle partite pregresse.
Adesso però finalmente, grazie alla recente sentenza della Cassazione, si è affermato un principio che sosteniamo da tempo: quei pagamenti richiesti sono dei balzelli assolutamente illegittimi, ancor più odiosi perché vengono richiesti a persone che non possono certo permettersi pagamenti in più”. Il caso delle partite pregresse, in provincia di Enna, tiene banco da diverso tempo, divenendo un caso politico, prima, poi approdando nelle aule di giustizia.
“I giudici hanno sancito l’illegittimità del meccanismo recuperatorio delle partite pregresse – conclude l’avvocato Longo -. È una sentenza che dà voce agli utenti. Ora chiediamo di restituire quanto versato e non dovuto. Si tratta di piccole somme, calcolate sulla base del singolo utente, ma riteniamo che questa battaglia sia importante perché tutela il diritto delle famiglie. Siamo pienamente soddisfatti”.