INPS, lavori usuranti: domande di pensionamento entro il 1° maggio 2024
Con il messaggio numero 812 del 23 febbraio di quest’anno, l’INPS ha concentrato l’attenzione sulla presentazione delle domande di riconoscimento per i lavoratori che svolgono attività lavorative particolarmente faticose e usuranti. La presentazione delle domande deve essere effettuata entro il 1° maggio 2024, se si hanno i requisiti agevolati per accedere alla pensione dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025. Si tratta, quindi, di riconoscere i lavori specificamente faticosi e pesanti. Il messaggio dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale fornisce a tale scopo precise istruzioni sulle modalità di presentazione delle domande di pensionamento.
Chi può presentare la domanda di pensionamento
La domanda di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti può essere presentata dai lavoratori dipendenti di alcuni settori privati, che hanno svolto lavori faticosi e usuranti. Questi lavoratori hanno raggiunto il diritto alla pensione anche accumulando la contribuzione versata nelle gestioni speciali, secondo le regole previste da queste stesse.
L’INPS rinvia anche ad un’altra circolare, la numero 90 del 24 maggio 2017, che riguarda nello specifico gli incrementi della speranza di vita applicati precedentemente. Destinatari del beneficio sono soprattutto i lavoratori addetti a quella che in gergo tecnico viene chiamata linea catena e i conducenti di veicoli che riguardano il servizio pubblico di trasporto a livello collettivo.
Il periodo in cui si maturano i requisiti
Il periodo di riferimento per la maturazione dei requisiti al fine di usufruire di questa domanda di pensionamento va dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre dello stesso anno, con una differenza tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. I lavoratori dipendenti, infatti, devono avere un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un requisito anagrafico al minimo di 61 anni e 7 mesi. La quota, che deve corrispondere a 97,6, è data dalla somma dell’età e dell’anzianità contributiva. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, mentre rimane invariata l’anzianità contributiva di almeno 35 anni, cambia il requisito anagrafico, che è di minimo 62 anni e 7 mesi. La quota va al 98,6.
I lavoratori notturni a turni
Delle specificità sono quelle evidenziate per i lavoratori notturni a turni. I lavoratori occupati per un totale di 78 giorni all’anno o anche superiori, hanno la possibilità di accedere alla pensione se hanno i requisiti in genere stabiliti per i lavoratori che hanno svolto attività pesanti.
Per i lavoratori occupati per un numero di giorni da 64 a 71 ogni anno è prevista, invece, la possibilità di conseguire il trattamento pensionistico qualora siano in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni: nel caso di lavoratori dipendenti, l’età minima richiesta è di 63 anni e 7 mesi, mentre per i lavoratori autonomi, l’età minima deve essere di 64 anni e 7 mesi, raggiungendo comunque quota 100,6, che per i lavoratori dipendenti è pari al 99,6.
Importanti informazioni sono consultabili sul portale istituzionale dell’Inps.