Il rischio riciclaggio denaro nell’ennese è minore rispetto alle altre province siciliane.
Dall’analisi degli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia, emerge che relativamente alla provincia di Enna nell’anno 2023 si sia registrata una riduzione di circa il dieci percento di presunte violazioni della normativa antiriciclaggio rispetto al precedente anno, in modo particolare le segnalazioni nel 2023 sono state solo 168 rispetto alle 189 del 2022.
Le restanti provincie della Regione Siciliana hanno segnato, in termini di valori assoluti, le seguenti variazioni (indicando prima il dato 2023 e poi il dato 2022):

Agrigento 738 789
Caltanisetta 375 449
Catania 1.935 1.930
Enna 168 189
Messina 1.065 1.136
Palermo 2.533 2.490
Ragusa 516 612
Siracusa 605 607
Trapani 737 734

Considerando tali dati in valori per mille abitanti di residenti, prendendo atto della popolazione al 31.12.2023 come riportata dall’Istat sul relativo portale, si ottengono questi dati, dove nella tabella vengono indicate le segnalazioni, gli abitanti e l’incidenza per ogni 1.000 residenti:

Agrigento 738 410.323 1,80
Caltanissetta 375 246.960 1,52
Catania 1.935 1.071.041 1,81
Enna 168 153.589 1,09
Messina 1.065 598.165 1,78
Palermo 2.533 1.198.594 2,11
Ragusa 516 319.260 1,62
Siracusa 605 383.604 1,58
Trapani 737 412.976 1,78

Questi dati attengono le comunicazioni trasmesse all’unità di informazione finanziaria (UIF) presso la Banca d’Italia da parte di intermediari finanziari (banche), dai professionisti (commercialisti, notai, consulenti del lavoro), dagli operatori commerciali sui quali grava l’obbligo di osservanza della normativa antiriciclaggio (tra i principali: money transfer, compro oro, agenzie immobiliari, centri scommesse, sale gioco, case d’asta, antiquari).
La grande maggioranza delle segnalazioni in questione, sono pervenute all’unità di informazione finanziaria (UIF) da parte di intermediari finanziari (banche).
Il reato di riciclaggio.
Il riciclaggio di denaro, facendo riferimento alla definizione prevista dall’art. 648-bis del c.p., è il reato compiuto da chiunque si occupi di sostituire o trasferire denaro, beni materiali o altri asset di provenienza criminale, o effettui altre azioni per nasconderne l’origine illecita, rendendo in tal modo difficoltosa l’identificazione di tali risorse. La fattispecie di “riciclaggio” si distingue da quella di “ricettazione” reato, quest’ultimo, commesso da colui che acquista, accetta od occulta, a scopo di profitto proprio o altrui, denari e cose di provenienza illecita.
Le conseguenze di una segnalazione di operazione sospetta.
Le segnalazioni effettuate vengono elaborate dall’UIF che, vagliati i presupposti, trasmette i casi meritevoli di approfondimento al nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza il quale, di regola, affida le ulteriori ricerche “sul campo” ai nuclei di polizia economico finanziaria della stessa Guardia di Finanza o, nei casi ritenuti più gravi, prontamente all’autorità giudiziaria (nell’organo rappresentato dalla direzione investigativa antimafia). La malavita organizzata, negli ultimi anni, per conseguire i suoi obiettivi pare essere divenuta più incline a dedicarsi ad attività economiche anziché all’uso di metodi violenti, come estorsioni ed intimidazioni.
Il fatto che solo una percentuale irrisoria delle segnalazioni di operazioni sospette provenga dai professionisti, da motivo di prevedere che le attività di controllo ordinarie da parte dei militari si concentreranno, nei prossimi mesi, sulla verifica dell’osservanza delle norme loro imposte dalla legge di riferimento, il d.lgs.231 del 2007 e successive modifiche e integrazioni. In modo particolare, durante gli accessi, gli operanti richiedono al professionista l’esibizione di tutta la documentazione necessaria al fine di comprovare l’avvenuta adeguata verifica dei clienti di studio, dell’identificazione del/dei titolari effettivi, nonché sul loro costante monitoraggio.
Il dato italiano nel suo complesso.
Considerando l’intero territorio nazionale le segnalazioni di operazioni sospette sono state, nel 2023, 150.418 con tendenza alla diminuzione rispetto alle 155.426 del 2022.
Valutando il dato in proporzione ai residenti, considerata la popolazione italiana al 31.12.2023 pari a 58.989.749, si ottiene la media nazionale di 2,55 segnalazioni per operazioni sospette ogni mille abitanti; questo dato è significativo dalla maggior presenza nelle regioni settentrionali della malavita organizzata attiva nel tessuto produttivo nazionale.