ENNA – “Còri” è il titolo del libro fotografico pubblicato dall’editore catanese “Neon” (pagg.140, euro 20). Il volume è firmato dal fotografo Enrico La Bianca e dal giornalista Concetto Prestifilippo. La pubblicazione sarà presentata a Enna giovedì (6 febbraio 2025, ore 17.00) all’interno dell’ex sinagoga di Al Kenisa (via Roma, 481).
Il libro si snoda lungo due registri: uno fotografico e l’altro narrativo. Da una parte una sequenza fotografica eccentrica, dall’altra una narrazione singolare. Racconti accomunati dal rimando al mito più antico del Mediterraneo, quello della Grande Madre.
I protagonisti sono un attore lombardo ex internato in un campo di prigionia nazista e un gallerista siciliano depositario di sapienze antiche. Il gallerista siciliano protagonista del racconto è l’ennese Liborio Coppola. Un omaggio che i due autori del libro hanno voluto tributare a un protagonista della cultura siciliana degli anni Settanta.
Liborio Coppola è stato pittore, scultore, scrittore, ceramista, studioso di esoterismi, animatore culturale. Per anni ha animato il dibattito culturale grazie all’attività della sua galleria d’arte di via Roma a Enna.
L’intento è anche quello di rendere omaggio alla cultura che accomunava le città di provincia, anche le più remote. Una tradizione che va da Leonardo Sciascia a Goffredo Parise. Erano pensatori irregolari, intellettuali contro. Vivevano e operavano in provincia ma esercitavano un pensiero critico non provinciale, riuscendo a incidere e animare il dibattito culturale nazionale.
Segue la nota introduttiva del libro:
INTRODUZIONE
“La menzogna è più forte della verità. Più forte della vita. Sta alle radici dell’essere, frondeggia al di là della vita. E allora don Giuseppe pianamente gli spiegava che il lavoro dello storico è tutto un imbroglio, un’impostura: e che c’è più merito ad inventarla, la storia, che a trascriverla da vecchie carte, da antiche lapidi, da antichi sepolcri”.
Il brano è tratto da “Il Consiglio d’Egitto” di Leonardo Sciascia. Narra di un abate pacioso, avido e truffatore che architetta la più singolare impostura della storia. Lo fa avvalendosi del potere che alberga nel controllo della lingua e nella diabolica riscrittura della storia. Incarna la religione delle citazioni inaccessibili, il potere dei latinismi escludenti capace di ogni soverchieria, comprese le torture e le sommarie condanne a morte.
Questa è la chiave di lettura di “Còri”, racconto eccentrico e surreale.
Viviamo giorni di smarrimento, confusione, turbamento. Dal buio del passato si stagliano ombre minacciose. Ci siamo illusi di avere esorcizzato queste buie oscurità, ma chi fugge dai fantasmi se li ritrova ai piedi del letto. Sono gli spettri di poteri occulti, gilde, fondamentalismi religiosi, esoterismi. Una contemporaneità che ha come sfondo un Mediterraneo teatro di spaventosi venti di guerra. Questo libretto dunque, vuole essere il modesto tentativo di esorcizzare questa quotidianità sequestrata dalla continua falsificazione, vittima dell’impostura ribalda. Un racconto in falsetto all’indirizzo di quanti negano il valore ermeneutico della storia. Per poter scacciare ogni inquietudine, frustrazione, revanscismo, chiusura, reazione, l’auspicio è quello dell’agognato sciasciano trionfo della ragione.
Il libro si snoda lungo due registri narrativi: uno fotografico e l’altro narrativo. Da una parte una sequenza fotografica inedita, dall’altra un racconto singolare, accomunati dal rimando al mito più antico del Mediterraneo, quello della Grande Madre. I protagonisti sono un attore lombardo ex internato in un campo di prigionia nazista e un gallerista siciliano depositario di sapienze antiche. Il naturale scenario di questo duplice racconto è Pergusa, lago misterioso, antro dell’Averno, rifugio del demonio, abisso di ragione.
Le fotografie di Enrico La Bianca conferiscono un’atmosfera sospesa, restituendo una dimensione sognante, a tratti surreale. Sono immagini in bianco e nero evocative, volutamente non testimoniali. Scatti irrituali, insoliti, restituiscono le atmosfere gravide di mistero delle processioni della Settimana Santa di Enna. Inquadrature sbilenche, utilizzo di focali particolari, tempi espositivi esasperati, quasi a volere sottolineare l’enfasi narrativa e surreale del testo. A dominare la scena sono le misteriose figure di due donne di nero vestite e le candide vesti dei confrates. Bianco e nero, non solo del processo di stampa. Sono questi i toni di questa sciarada di enigmi e leggende. Una dualità tra sacro e profano, rimandi storici ed esoterici, luci e ombre. Il nero della chiusura, della fine e il bianco della luce, dell’inizio. Due estremi inconciliabili, anche se simbolicamente sono la manifestazione della stessa entità: la luce e l’assenza di essa. Ognuna delle due espressioni ha radice nell’altra. Queste immagini fotografiche in bianco e nero ci conducono al cospetto del Mito più antico del Mediterraneo. Una storia sepolta in epoche remote della memoria. Una leggenda che racconta dell’alternarsi di bui inverni e luminose primavere. Stagioni in cui la natura sembra sospesa e si ritira nelle profondità più estreme e quelle dell’ascesi verso la superficie delle cose. Il nero degli scialli delle due misteriose donne fotografate da La Bianca si contrappone al bianco saio degli incappucciati. Confraternite che affondano le loro radici nella settecentesca dominazione spagnola, sulla falsa riga delle confradias iberiche. Migliaia di misteriosi incappucciati incorniciano i fercoli del Cristo morto e della Madonna addolorata. Nel passato queste organizzazioni esercitavano un ruolo centrale. Ai Rettori era consentito financo di conferire la grazia ai detenuti. Questi riti pasquali sono presenti in quasi tutte le province della Sicilia. La Pasqua in Sicilia è un tema già ricco di contributi artistici di grande livello. Sono numerosi i reportage e i libri già pubblicati e recano la firma dei grandi maestri della fotografia. Questa pubblicazione restituisce un’inedita ricostruzione, riconducendo la ritualità ennese a misteri sepolti in epoche perdute della memoria.
Il racconto introduttivo si compenetra con le immagini in bianco e nero della narrazione fotografica dando vita a una sorta di fiaba surreale, volutamente priva di dialoghi. Una teoria misteriosa, grottesca, irrazionale, obliqua, che si avvale di una scrittura parodistica e caricaturale. Un linguaggio permeato dalla retorica della citazione, dall’eruditismo untuoso, la mielosa conoscenza onnisciente che trova rifugio consolatorio negli arcani misteri.
L’intento è anche quello di rendere omaggio alla cultura che accomunava le città di provincia, anche le più remote. Una tradizione che va da Leonardo Sciascia a Goffredo Parise. Erano pensatori irregolari, intellettuali contro. Vivevano e operavano in provincia ma esercitavano un pensiero critico non provinciale, riuscendo a incidere e animare il dibattito culturale nazionale.
Uno sforzo intellettuale che si è rivelato vano, a giudicare dalla nostra quotidianità, quella che certifica la sconfitta del monito pasoliniano. Il grido di allarme del poeta rimasto colpevolmente inascoltato, ci ha consegnato un eterno presente dilatato, un pensiero unico, soverchiante che si propaga dalle centrali culturali sovrastanti. Un’omologazione culturale che ha condotto al continuo processo di chiusura dei luoghi del riscontro e dello scontro creativo, gallerie, biblioteche e teatri. Un Paese disperante che sembra consegnarsi, senza tentare alcuna opposizione, al pensiero unico e inoppugnabile.
Concetto Prestifilippo
Bio autori:
Concetto Prestifilippo è nato a Piazza Armerina nel 1961. Collabora con il quotidiano “La Repubblica” e il settimanale “L’Espresso”. Ha pubblicato: “Siracusa per Consolo” (Lombardi editore, Siracusa, 2012), “Parole contro il potere” (Navarra editore Palermo, 2013), “Misteri buffi” (Ponte Sisto editore Roma, 2016).“Kalasìa” (Mimesis editore, Milano, 2023).
Enrico La Bianca è nato a Enna dal 1954. Pubblicazioni: 1982- “Luoghi e gente di una memoria” (Ila Palma Palermo; 2014); “Segni di fede” (Vetri editore Enna, 2015); “ Sulle ali della farfalla” (Edizioni Gente di Fotografia Modena, 2016); “ Roma Metro linea B1”; (CameraRaw, 2017); “Invisibili” (Vetri editore, 2018); “Identity” (Gente di Fotografia).