La visibilità di un professionista. La “trappola” del link “sponsorizzato”.
La visibilità di un professionista, oggi, vale molto di più di un biglietto da visita. Un avvocato, un commercialista o un consulente del lavoro che vogliono crescere non possono confidare soltanto sulle vecchie referenze offline: la platea digitale decide in pochi secondi a chi affidare un problema e lo fa leggendo sugli schermi.
Davanti a chi vuole emergere si apre un bivio: investire in campagne a pagamento per guadagnare posizioni al volo oppure costruire pazientemente un archivio di contenuti ottimizzati che continui a lavorare mentre lo studio è chiuso. Quale strada porta davvero a un personal branding solido?
ADV: risultati rapidi, ma poco profondi
La pubblicità sui motori di ricerca si fonda su un principio elementare: chi paga di più ottiene la vetrina migliore finché è presente il budget. Google Ads, per esempio, consente di collegare un annuncio a parole chiave come “avvocato divorzio Milano”.
L’inserzionista stabilisce l’offerta massima per ogni clic, selezionando area geografica e durata. L’asta decide l’ordine degli annunci. L’utente vede la scritta “sponsorizzato”, clicca e trova un professionista. Ma non è detto che quest’ultimo abbia mai realizzato un accordo di separazione.
Ciò che è certo è che ha investito cifre consistenti per comparire in alto nel motore di ricerca. Si crea così un paradosso: la visibilità sostituisce la competenza.
C’è poi un nodo etico. Vari ordini scoraggiano la pubblicità esplicita, perché rischia di trasformare la consulenza in un prodotto di largo consumo. Chi spende di più diventa “più bravo” agli occhi del motore di ricerca, ma non è detto che il curriculum sia adeguato.
Quando il credito da destinare alla pubblicità finisce, la posizione svanisce e il nome scompare dai risultati, come se non fosse mai esistito. È una notorietà lampo, dispendiosa e, soprattutto, fragile.
SEO: il valore della competenza
La SEO, al contrario, si basa su un metodo meritocratico: chi risponde meglio alle domande degli utenti guadagna visibilità organica, senza pagare per ogni clic. Non ci sono, quindi, trucchi particolari: bisogna individuare le domande più cercate dagli utenti, organizzare il testo con titoli chiari, paragrafi ordinati e parole chiave integrate con naturalezza.
Ma la vera differenza sta nel contributo intellettuale. L’avvocato che commenta una sentenza recente, il consulente che spiega un incentivo all’assunzione, il commercialista che compila per esempio un piccolo vademecum sul “Superbonus” (oramai superato, quindi meglio su argomenti di attualità o “sempreverdi”): sono tutti professionisti che mostrano preparazione prima ancora di stringere la mano al cliente.
Una volta posizionato, l’articolo inizia a lavorare 24 ore al giorno. Tutte le visite rappresentano un potenziale contatto: l’utente ha un dubbio preciso, trova una risposta esaustiva, intravede professionalità e prende nota del nome del professionista.
L’investimento iniziale, quindi, consiste nel tempo e nello studio, non nel denaro destinato a una piattaforma esterna.
Il blog dei professionisti: utilità e attenzione ai contenuti
Proprio in tema di posizionamento organico, un esempio da citare è rappresentato da Il blog dei professionisti, un portale tematico che riunisce voci differenti sotto un’unica missione: offrire approfondimenti tecnici di qualità. In questo sito, ogni autore ottiene spazio grazie ai contenuti: guide pratiche, commenti a norme, check-list operative.
Gli articoli seguono due criteri semplici: utilità per il lettore e cura redazionale. Il risultato è duplice. Da un lato, l’utente percepisce equilibrio, trova soluzioni concrete e valuta lo stile comunicativo di chi firma. Dall’altro lato, il professionista mostra preparazione e attitudine ai servizi di cui si occupa. Il blog è una vetrina equilibrata, perché parla il contenuto, non il budget.
La SEO come strumento di fiducia
La fiducia non nasce in un giorno: si costruisce con risposte puntuali costanti. Pubblicare articoli orientati alla SEO, infatti, significa prendere un impegno con il pubblico: chi cerca “assegno di mantenimento” può trovare un testo chiaro, ricco di esempi, redatto da un professionista che dedica tempo alla condivisione, non alla promozione.
Con il passare delle settimane questo metodo crea un filo diretto tra autore e lettore. L’utente torna sul sito perché sa di trovare serietà e magari consiglia lo stesso articolo a un amico, generando traffico spontaneo. L’avvocato, il commercialista o il consulente, inoltre, riducono la dipendenza da inserzioni costose e sviluppano un vero e proprio capitale reputazionale.
Rispetto agli annunci sponsorizzati a pagamento, la SEO non finisce al termine del budget. Al contrario, aggiunge giorno dopo giorno autorevolezza e visibilità. Per il personal branding dei professionisti, l’organico vince perché la competenza dimostrata è qualcosa di più rispetto alla luce effimera degli annunci digitali.