Lo sgravio contributivo previdenziale per le donne lavoratrici svantaggiate
Uno degli strumenti recentemente adottato per favorire l’integrazione lavorativa di donne in situazioni di svantaggio è lo sgravio contributivo previdenziale, il cui limite massimo è stato aumentato dalla Legge di Bilancio 2023. La legge, infatti, ha elevato il limite massimo di decontribuzione, precedentemente fissato a 6.000,00 euro, a 8.000,00 euro annui. Questa modifica amplia sostanzialmente il supporto economico disponibile per i datori di lavoro che assumono donne appartenenti a categorie particolarmente vulnerabili nel mercato del lavoro.
Durata dello sgravio contributivo
L’agevolazione previdenziale può essere applicata per 12 mesi in caso di assunzione a tempo determinato o di proroga di un rapporto a termine. Se invece si tratta di un’assunzione a tempo indeterminato, o di trasformazione di un rapporto a termine già in atto, lo sgravio può essere esteso fino a 18 mesi.
Categorie beneficiarie specificate dall’Inps
Con la circolare numero 58 del 23 giugno 2023, l’Inps ha fornito dettagliate indicazioni circa le categorie di donne che possono beneficiare dell’esonero contributivo.
Le donne che possono beneficiare di questo sgravio contributivo sono definite in specifiche categorie, come stabilito dalla normativa attuale:
-Donne che hanno raggiunto i 50 anni di età e che non hanno avuto un impiego retribuito per oltre un anno.
-Donne che vivono in aree che possono ricevere aiuti finanziari nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione Europea, e che non hanno avuto un lavoro retribuito regolarmente negli ultimi sei mesi.
-Lavoratrici impegnate in settori caratterizzati da una significativa disparità di genere che non sono state impiegate regolarmente negli ultimi sei mesi.
-Donne di qualunque età, indipendentemente dal luogo di residenza, che non hanno avuto un impiego regolarmente retribuito negli ultimi due anni.
Queste specificazioni aiutano a identificare chiaramente i gruppi target per l’applicazione di questa misura di supporto e a garantire che l’assistenza venga diretta alle donne che ne hanno maggiore bisogno e che rispondono a precisi criteri di vulnerabilità nel mercato del lavoro.
Per accertare la condizione di svantaggio è necessario che, durante i 24 mesi precedenti l’assunzione, la lavoratrice non abbia svolto un’attività lavorativa subordinata legata a un contratto di almeno sei mesi, o un’attività di collaborazione coordinata e continuativa con remunerazione annua superiore a 8.145,00 euro, oppure un’attività di lavoro autonomo con un reddito annuo lordo oltre i 4.800,00 euro.
La condizione di svantaggio per le donne che richiedono l’agevolazione deve già sussistere al momento dell’assunzione oppure della trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato.
Cumulabilità del beneficio
Questo sgravio contributivo è cumulabile con altri esoneri contributivi ad eccezione di tutti quei contributi che, per loro natura, non possono essere cumulati con altri sgravi o agevolazioni.
La cumulabilità permette ai datori di lavoro di combinare più agevolazioni, massimizzando così l’efficacia del sostegno pubblico al reinserimento lavorativo delle donne svantaggiate.