La detrazione delle spese di istruzione in dichiarazione dei redditi
La formazione è un tema centrale per lo sviluppo del nostro paese, che consente a ragazzi/ragazze di poter apprendere, crescere culturalmente e moltiplicare le opportunità lavorative non appena concluso il proprio ciclo di studi. I genitori, per quanto ovvio, sono ben lieti di poter offrire questa opportunità ai propri figli, ma le spese, talvolta, non sono certamente contenute.
Lo Stato, in questo caso, offre alcune opportunità fiscali che consentono di poter detrarre le spese di istruzione della propria prole, offrendo un supporto economico talvolta fondamentale per l’equilibrio economico del nucleo familiare, indipendentemente dal corso di studi effettuato e non, come alcuni erroneamente pensano, solo ed esclusivamente se il figlio sia iscritto a un corso universitario.

Dalla scuola materna alla scuola superiore: quali sono le spese che si possono detrarre
In base a quanto previsto dalla normativa vigente, sono detraibili – nella misura del 19% – anche le spese diverse da quelle universitarie. Questa agevolazione fiscale riguarda, indistintamente, qualsivoglia ciclo di studi: dalle scuole materne alle scuole superiori, passando per le scuole elementari e le scuole medie, senza distinzione tra scuole pubbliche e private.
Tra le spese che possono essere detratte rientrano, a tutti gli effetti, anche quelle sostenute per l’ordinaria frequenza scolastica, come – a titolo esemplificativo – le spese per la mensa scolastica, piuttosto che quelli inerenti alle gite scolastiche o all’assicurazione della scuola; rientrano, inoltre, anche gli esborsi economici sostenuti per la partecipazione ai corsi offerti dall’istituto scolastico senza obbligo di frequenza (corsi di teatro, lingua, etc.) e quelli inerenti al servizio di trasporto urbano (ad esempio, abbonamento ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale).
Per poter ottenere questi benefici fiscali, tuttavia, è di fondamentale importanza conservare adeguatamente tutta la documentazione attestante i pagamenti; in tal senso, è necessario conservare copia del pagamento dei bollettini postali o bonifici bancari, dove viene evidenziato il beneficiario del pagamento e la relativa causale.
Corsi di studi universitari: cosa si può detrarre e la differenza dei limiti tra pubblico e privato
Certamente più articolata, invece, la normativa riguardante i benefici fiscali inerenti ai corsi di studi universitari; come previsto al punto precedente, la misura detraibile è sempre pari al 19% delle spese sostenute. Essa riguarda qualsivoglia percorso accademico affrontato dal proprio figlio, indipendentemente dal fatto che sia iscritto a una università pubblica o privata, frequenti corsi di specializzazione o master, piuttosto che dottorati di ricerca o istituti tecnici superiori (ITS); l’unica eccezione, in buona sostanza, riguarda l’iscrizione a istituti musicali privati, che non prevede la possibilità di detrarre le spese di iscrizione.
È dunque ampia la platea dei percorsi universitari che possono beneficiare di questa agevolazione fiscale, come lo è altrettanto quella relativa alle tipologie di spese ammesse. Basti pensare, infatti, che possono essere portate in detrazione le tasse di iscrizione e immatricolazione, quelle relative per gli esami universitari sostenuti e per la frequenza dei TFA (tirocini formativi attivi), nonché gli oneri sostenuti per conseguire i CFU/CFA per l’accesso al ruolo di docente.
Esistono delle importanti differenze, invece, per quanto riguarda il limite di detraibilità: se l’università è statale essa viene calcolata sull’intera spesa sostenuta, mentre in caso di frequentazione di un ateneo privato la detrazione non può essere maggiore rispetto alla cifra annualmente stabilita dal Ministero dell’Università e della Ricerca per ciascuna facoltà universitaria; misura, quest’ultima, che prende in considerazione diversi fattori, come – ad esempio – gli importi medi dei contributi e delle tasse per la frequenza dei corsi di laurea organizzati da università statali.
Non spetta la detrazione per le spese concernenti l’acquisto di libri scolastici, materiale di cancelleria, strumenti musicali.