Buoni pasto, quali sono i vantaggi per lavoratori e imprese.
Nel nostro Paese, da svariati anni a questa parte, i buoni pasto sono diventati parte integrante della vita di milioni di lavoratori, che li utilizzano spesso come una sorta di servizio sostitutivo della mensa e/o per acquistare generi alimentari; basti pensare, in tal senso, alle numerose catene di supermercati e ai numerosissimi bar e ristoranti che accettano i buoni pasto come strumento di pagamento.
Anche i buoni pasto si sono evoluti nel tempo. Se sino a qualche lustro fa, infatti, erano prodotti solo in formato cartaceo, oggi è possibile sfruttarli anche elettronicamente, mediante l’utilizzo di un’applicazione digitale dedicata o come carta prepagata, come accade, non di rado, nelle aziende di grandi dimensioni. L’evoluzione dei buoni pasto, tuttavia, non si limita alle modalità con le quali vengono utilizzati.
Buoni pasto: quali sono i risparmi fiscali per le aziende.
Nel corso del tempo i buoni pasto sono diventati un ottimo strumento per integrare il reddito, dato che il loro utilizzo – a differenza di quanto accadeva qualche decennio fa – non si limita esclusivamente alla pausa pranzo. E gli esempi di utilizzo poc’anzi citati (bar, supermercati e ristoranti), ne sono l’esempio più evidente. Per i lavoratori dipendenti, quindi, il buono pasto rappresenta uno strumento importante, in grado di rendere più agevole la loro quotidianità.
I vantaggi, però, non si limitano solo ed esclusivamente al personale dipendente di un’azienda. Anche quest’ultima, infatti, può trarre significativi benefici dall’utilizzo dei buoni pasto con importanti agevolazioni fiscali. Il buono pasto è completamente deducibile per qualsiasi tipologia di attività: oltre alle grandi aziende, quest’agevolazione può essere sfruttata dalle piccole e medie imprese nonché dai titolari di Partita IVA.
Ovviamente, esistono alcune differenze in base alla tipologia di attività svolta. Ad esempio, la deducibilità massima (100%) è consentita alle aziende, mentre i professionisti godono di una deducibilità pari al 75%; per entrambe le tipologie, invece, è prevista la possibilità di detrarre totalmente l’IVA.
Buoni pasto 2024: l’innalzamento della soglia detassata offre ulteriori opportunità a imprese e lavoratori dipendenti.
Non stupisce in alcun modo, di conseguenza, che il buono pasto venga utilizzato dalla maggior parte delle imprese italiane, in quanto rappresenta per il lavoratore dipendente un aumento – seppur indiretto – del proprio reddito percepito. Un buono pasto del valore di 7 o 8 euro, infatti, offre al lavoratore dipendente un risparmio di quasi € 200,00 al mese migliorando indirettamente il potere d’acquisto del proprio stipendio.
I numeri, in tal senso, certificano chiaramente la portata del fenomeno dei buoni pasto nel nostro Paese. Al momento, infatti, sono oltre 150.000 le imprese che li utilizzano, dando modo a 4 milioni di lavoratori di poterli spendere negli oltre 170.000 esercizi convenzionati presenti sul territorio italiano. E per le imprese, le opportunità fiscali ricorrendo all’utilizzo potrebbe ampliarsi ulteriormente.
Al momento, infatti, il limite dell’importo detassato è pari a € 8,00 per ogni singolo ticket ma – in base a quanto previsto dal DDL Lavoro 2024 – detta soglia verrà innalzata a € 10,00. Una misura volta a contenere il fenomeno inflattivo e il conseguente aumento dei prezzi nei bar e ristoranti che si riflettono sul potere d’acquisto del lavoratore dipendente. L’aumento della soglia detassata, quindi, rappresenta un’opportunità non solo per il datore di lavoro, ma anche per il proprio dipendente.